L'Officina nella prima guerra mondiale

Conversione della produzione in armamenti

Verona, città cardine del quadrilatero nel periodo della dominazione austriaca, perde successivamente all'unificazione il suo valore strategico ma rimane uno dei punti fondamentali per l'organizzazione delle attività militari nel nord Italia.
In primo luogo perchè è una grande città di guarnigioni e due quinti della sua popolazione era composto da militari.
Alla vigilia della Grande Guerra, Verona è una città fortemente militarizzata. E data la sua posizione geografica, sfruttata fin dall'epoca degli antichi Romani, diventa subito la città di retrovia per il fronte trentino.
Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria, facendo il proprio ingresso nella prima guerra mondiale.
Occorre rifornire l’esercito di armi ed equipaggiamento. Ciò comporta l’avvio di una vera e propria produzione di guerra che vede un rapido sviluppo delle imprese operanti nei settori meccanico, metallurgico, chimico, elettrico ed estrattivo.

Nel 1914 l’industria siderurgica e quella meccanica coprono il 5,2% e il 21,6% dell’intero prodotto dell’industria manifatturiera; nel 1917 tali percentuali diventano del 10,8% e del 31,8%.
In questo panorama storico-politico va ricordato che Verona rappresenta, a seguito della realizzazione di alcune opere civili (Canale Camuzzoni) che hanno favorito un primo sviluppo industriale ( consultare la pagina del sito ) e investimenti massicci di capitali privati, una notevole realtà industriale, con aziende consolidate come la Tiberghien, che produce tessuti ed è coinvolta perciò nella produzione di divise militari, e le officine meccaniche Galtarossa e ferroviarie di Porta Vescovo.

Con l’entrata dell’Italia in guerra risultò immediatamente evidente la necessità di allargare il numero delle aziende interessate alla fabbricazione di materiale bellico, in primo luogo di cannoni e proiettili.
Ma si trattò di un’esigenza che venne soddisfatta pienamente solo per la produzione delle munizioni d’artiglieria.
L’allestimento delle bocche da fuoco imponeva infatti un adeguamento degli impianti (macchinari, attrezzature varie, dimensioni degli stabilimenti)e un bagaglio di conoscenze tecniche e scientifiche, oltre che di disponibilità finanziarie, tali da precludere la strada al grosso delle industrie meccaniche italiane, come fu infatti per la nostra officina.
A tal scopo però si individuarono industrie che vennero definite "ausiliarie", su cui il Ministero della Difesa esercitava uno stretto controllo, anche nei confronti degli operai, ma che in cambio di una radicale trasformazione dei processi produttivi per favorire lo sviluppo bellico, godevano di particolari privilegi soprattutto per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime, fattore non trascurabile man mano che il conflitto rese più difficile reperire tali risorse.

L'Officina Locomotive di Porta Vescovo fu una di queste e di conseguenza la produzione industriale cambiò radicalmente, passando quasi esclusivamente alla produzione di proiettili di artiglieria di medio-grande calibro.
La maggior parte delle maestranze impiegate in Officina erano nello stesso tempo militari che godevano un esonero temporaneo del servizio militare, ma sottoposti alla giurisdizione militare e immediatamente richiamabili al fronte alla prima inadempienza disciplinare.
Non si perse però il notevole bagaglio tecnico e di conoscenze precedente al conflitto; infatti queste conoscenze vennero riversate nella realizzazione delle nuove attrezzature necessarie alla produzione bellica.

Al termine della guerra, nuovamente, si resero necessarie per rimettere in piedi le linee di produzione secondo i vecchi canoni e atte al ripristino del tradizionale compito dell'Officina, ovvero la riparazione delle locomotive a vapore.
Lentamente si tornò alla normalità fino allo scoppio della secondo conflitto mondiale, ma questa è tutta un'altra storia che verrà raccontata in altre pagine.



Fonti bibliografiche:
Quotidiano L'Arena - Elena Cardinali; Verona, la vocazione militare strategica per le operazioni (28.06.2014)