Tra i due secoli

L'Officina locomotive a metà del XIX secolo

Nella prima metà del XIX venne costruita la linea ferroviaria Milano-Venezia, chiamata Ferrovia Ferdinandea, poiché per Vienna diventava indispensabile un collegamento tra Venezia, per lo sbocco sul porto, e la Lombardia, dal consistente sviluppo industriale.
Verona fu collegata alla linea ferroviaria nel 1849 con un primo tratto che congiungeva la stazione di Porta Vescovo, allora l’unica della città, con Vicenza. Nel 1851 fu realizzata una seconda stazione vicino alla Piazza d’armi, la futura Porta Nuova, dalla quale si arrivava a Milano. Alla ferrovia vennero aggiunte altre due diramazioni: una verso sud fino a S. Antonio Mantovano per collegarla al Quadrilatero e una a nord verso il Tirolo fino a Innsbruck. Nel 1852 fu costruito il raccordo tra le due stazioni attraverso il ponte sull’Adige e l’intera linea venne conclusa nel 1857.

Il completamento della linea ferroviaria rese indispensabile la realizzazione di una officina per la costruzione e la riparazione delle locomotive per cui le autorità militari austriache, nelle figure del Maggiore Conrad Petrasch e del Tenente Colonello Felix von Swiatkiewicz della Genie Direction di Verona, diedero incarico all'Ing. Luigi Negrelli, il cui nome rimane legato al progetto per il canale di Suez, di progettare una officina per gli usi della nuova strada ferrata; purtroppo non rimangono disegni di tale progetto in quanto gli originali furono smarriti nell'invio nel 1938 a Napoli per la mostra in occasione del centenario delle Ferrovie.
La costruzione dei primi fabbricati e l'installazione dei relativi impianti ad opera delle ferrovie austriache riasale agli anni 1847-1851; in origine la produzione prevedeva la riparazione di carri e carrozze e solo successivamente un altro capannone fu adibito alla riparazione di locomotive a vapore.
L'Officina era inserita nel nodo ferroviario di Verona Porta Vescovo che comprendeva, oltre all'officina, anche la stazione vera e propria, costituita da diversi fabbricati per viaggiatori, per le merci e la rimessa per le locomotive e per le carrozze.

Tutto il complesso, per ragioni di sicurezza e di funzionalità difensiva, venne racchiuso all'interno di un recinto difensivo costituito da un muro di cinta (altezza 2,50 ÷ 3,00 metri; spessore 0,60 ÷ 0,80 metri) in parte provvisto di feritoie per fucilieri. All’esterno il muro di cinta era difeso da un ampio fosso asciutto (largo 12 metri, profondo 3 metri). Nella foto si può osservare la caponiera orientale (unica rimasta) sede ora del coro "Voci della Ferrata".
Agli angoli più avanzati della cinta (nord-ovest, sud-ovest, est) vennero poste tre grandi caponiere, per fucileria e artiglieria; il loro impianto erano del tipo a orecchi di gatto, ossia dotate di due corpi sporgenti semicircolari, simmetrici. Nel fronte orientale vi era il portale di accesso per i treni, ancora conservato, come la vicina caponiera (foto sopra).
L’ubicazione della stazione ferroviaria di Porta Vescovo (1847) e delle officine ferroviarie centrali (1859) era subordinata alle esigenze difensive e teneva conto anche della prossimità dell’ampia zona militare del Campo Marzo, destinata a magazzini e ai trasporti militari. Qui, alcuni anni dopo verrà edificato il complesso della Provianda Militare (1863-65). Un binario collegava la stazione al Campo Marzo; nella cortina tra il Bastione delle Maddalene e il Bastione di Campo Marzo venne inserita la Porta di Campofiore (1865).

L'Officina si specializzò rapidamente nella costruzione delle locomotive a vapore, attività a cui aggiunse, dal 1880, quella della grande manutenzione di locomotive, di carri e di carrozze viaggiatori. Con l'istituzione delle FS, nel 1905, assunse la denominazione di "Officina del Materiale", mantenendo la specializzazione produttiva. Tra il 1905 e il 1910 fu riorganizzata secondo criteri di maggior efficienza.

Fonte bibliografiche:
Wikipedia - L'enciclopedia libera
Verona fortificata - Comune di Verona

Album fotografico
L'Officina Locomotive, nata per le esigenze della linea ferrata Ferdinandea, sorse su progetto dell'Ing. Negrelli nel 1847 e faceva parte di un complesso composto dalla stessa officina e dalla stazione di Porta Vescovo, fortificato per esigenze militari. Destinata riginariamente alla riparazione e costruzione di locomotive a vapore, successivamente diversificò la produzione per specializzarsi anche nella riparazione di carri merci e carrozze viaggatori. Con l'istituzione delle FS, nel 1905, assunse la denominazione di "Officina del Materiale", mantenendo la specializzazione produttiva. Tra il 1905 e il 1910 subì una grande riorganizzazione dal punto di vista produttivo e tecnologico secondo criteri di maggior efficienza.